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Mondo Libero #004
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Notizie dal Mondo
La tregua tra Israele e Hamas
Dopo quasi cinquanta giorni di scontri fra Israele e Hamas si è giunti ad un accordo per una tregua di quattro giorni. Tale accordo prevede anche il rilascio di una cinquantina di ostaggi israeliani che verranno liberati tredici alla volta per la durata della tregua fra venerdì 24 novembre e lunedì 27 novembre. L’intesa si è raggiunta grazie alla mediazione del governo qatariota e prevede oltre al rilascio degli ostaggi israeliani anche la liberazione di circa 150 detenuti palestinesi. Gli ostaggi israeliani liberati secondo Doha sono donne, bambini e anziani e saranno inseriti negli stessi gruppi dei loro familiari. Parallelamente, la Thailandia e l’Iran hanno lavorato ad un accordo separato per ottenere la liberazione di 26 ostaggi tailandesi catturati da Hamas il 7 di ottobre.
Il governo israeliano ha affermato di rimanere fermo sulla posizione di voler sradicare Hamas e liberare gli altri 200 ostaggi catturati lo scorso 7 ottobre che il gruppo terrorista detiene ancora. Hamas ha fatto sapere che si aspetta che anche l’attività aerea israeliana cessi per la durata della tregua nel sud della Striscia. Nel nord, invece, la pausa negli scontri durerà in questi quattro giorni solamente dalle 10 alle 16, con le forze armate israeliane che non si ritireranno dalle loro posizioni. Hamas, nel suo comunicato, ha comunque affermato che non si aspetta attacchi da parte di Israele in questo lasso di tempo. È probabile che vista la delicatezza della situazione gli scontri saranno ridotti al minimo.
Un altro importante effetto di tale accordo sarà la garanzia di accesso quotidiano tramite il valico di Rafah per 200 camion di aiuti umanitari e carburante, che però sarà garantito solamente per la durata della tregua, e sarà più difficile che tali aiuti raggiungano la Striscia di Gaza una volta che i combattimenti saranno ricominciati. A vegliare sull’accordo saranno il ministero degli esteri qatariota, in contatto con il Comitato internazionale della Croce Rossa. Dallo stesso ministero hanno fatto sapere che è importante che lo scambio avvenga in sicurezza, e che si riesca a prorogare la tregua e ad aumentare il numero di ostaggi scambiati.
La situazione è sicuramente ancora molto tesa, ma questo sembra essere un primo passo verso una soluzione diplomatica del conflitto. Il governo israeliano resta per ora fermo sulle sue posizioni sul futuro di Hamas, ma la pressione interna, soprattutto dai parenti degli ostaggi, diventa sempre più forte. Lo scontro, sul campo, sta intanto favorendo Israele, le cui forze armate sono riuscite ad accerchiare Gaza city, catturando recentemente anche l’ospedale di Al Shifa, ritenuto dall’intelligence israeliana uno dei più importanti centri di comando di Hamas nel territorio della Striscia.
Aurelio Pelicanò
Uno sguardo all’Europa
Riforma dei trattati europei
Nell’ultima seduta del Parlamento Europeo a Strasburgo tenutasi il giorno 22 Novembre, è stato approvata una proposta di risoluzione per chiedere l’avvio di un processo che porti alla riforma dei trattati su cui l’UE si fonda. Il testo della relazione porta la firma di cinque Eurodeputati, uno per ogni gruppo politico che sostiene la proposta: il Belga Guy Verhofstadt per il gruppo di Renew, per il Ppe il tedesco Sven Simon, per i Socialisti Gabriele Bishoff, per i Verdi Daniel Freund, per la sinistra Helmut Sholz; si sono opposti al progetto di riforma il gruppo di Ecr (Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fdi) e Id (Identità e Democrazia di cui fa parte la Lega).
Questo progetto di riforma ha come fine quello di rendere l’Europa più forte nell’affrontare le sfide che l’attendono in futuro ( guerra in Ucraina, guerra in Medio-Oriente, perdita di competitività a livello internazionale e la lotta ai cambiamenti climatici). Tra le diverse proposte vi è un grande aumento delle decisioni prese dal Consiglio Europeo a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, una revisione delle modalità di elezione della Commissione e della sua composizione, un pieno diritto di iniziativa legislativa del Parlamento, strumenti di democrazia diretta come ad esempio i referendum europei.
Gli Eurodeputati hanno inoltre chiesto l’espansione della competenza europea in diversi ambiti tra cui l’ambiente e la biodiversità, la sicurezza e la difesa, la salute e la protezione civile. Il testo chiede anche le sanzioni da infliggere ad una paese ( ade esempio la Russia) vengano prese a maggioranza, senza il veto che viene imposto da alcuni paesi, un’altra richiesta è di eliminare il diritto di veto quando si deve proteggere lo stato di diritto all’interno dell’UE.
Un’altra proposta di riforma riguarda di sostituire l’unanimità con una maggioranza qualificata in tema di riforme fiscali. Un’altra richiesta riguarda la creazione di unità militari e una capacità di poter dispiegare rapidamente uomini sotto il comando operativo dell’UE.
Luca Di Bello
Le questioni di casa
La carne coltivata della discordia
Mentre la Camera dei Deputati approvava definitivamente il disegno di legge che vieta la produzione e commercializzazione di carne coltivata (con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti tra cui Pd e Azione-Italia Viva), al di fuori di Palazzo Chigi si è sfiorata la rissa. Riccardo Magi, presidente di +Europa, e il deputato Benedetto Della Vedova sono infatti stati aggrediti da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, l'associazione che raggruppa la maggioranza degli imprenditori agricoli italiani. Ma cosa mai ha portato il presidente Prandini a spintonare e insultare i due parlamentari? Presto detto: Magi e Della Vedova stavano manifestando contro la proposta del ministro Francesco Lollobrigida tenendo in mano cartelloni con lo slogan "coltivare l'ignoranza". Questo è stato sufficiente per scatenare le ire di Prandini che hanno costretto le forze dell'ordine a intervenire per riportare la calma e allontanare il presidente di Coldiretti.
Ma facciamo un passo indietro. Tutta questa discussione nasce dalla volontà del governo Meloni, e in particolare del cognato, il Ministro alla sovranità alimentare Lollobrigida, di impedire che la carne coltivata possa arrivare nei piatti degli italiani. Ma di cosa si tratta? Quando parliamo di carne coltivata (erroneamente detta sintetica) intendiamo una carne realizzata a partire da cellule animali prelevate e fatte crescere in laboratorio. La carne così prodotta, oltre a non richiedere l’uccisione dell’animale, permette anche di risparmiare litri d’acqua e ridurre il consumo di suolo necessari per produrre carne tradizionale. Per quanto riguarda la sicurezza di questo nuovo alimento, proprio perché a livello biologico si tratta delle stesse identiche cellule che troviamo nella carne di allevamento, non c’è nessun rischio a priori nel consumo di carne coltivata in laboratorio.
In ogni caso, al di là del fatto che spetterebbe al consumatore scegliere cosa mangiare e cosa no, la possibilità di vedere carne coltivata negli scaffali dei nostri supermercati è ancora abbastanza remota. Perché se è vero che in alcuni paesi come Israele e Singapore è già in commercio, al momento non è stata presentata nessuna richiesta all'ente regolatore europeo per la sicurezza alimentare (EFSA) per la commercializzazione e la vendita all'interno dei confini dell'Unione. Spetterà infatti all'EFSA stabilire, se e quando un produttore ne farà richiesta, se questo tipo di prodotto è sicuro sulla base delle evidenze scientifiche disponibili. Ma al governo sovranista nostrano delle evidenze scientifiche importa poco, prevale come sempre l'intento di difendere la corporazione di turno. Ieri erano tassisti e balneari, oggi gli allevatori e domani chissà.
Luca Bellinzona
Notizie da libeRI!
L’ultimo lavoro della nostra redazione: “Guerra in Israele: il tempo della coesione”
Scuola di formazione: lunedì 27 novembre alle 18:00 ospiteremo la lezione di Domenico Giordano con cui parleremo di social listening
Vi ricordiamo poi che ieri a Torino libeRI! ha organizzato l’iniziativa “La sfida digitale. L’esperienza degli imprenditori per nuove prospettive”. È stata l’occasione per discuteremo con imprenditori di diversi settori tecnologici sulle prospettive future del settore.
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Grazie per la tua attenzione, prossimo appuntamento al 26 novembre.