Mondo Libero #007

La newsletter di libeRI!

Notizie dal mondo

Il disincanto per BRICS+

A partire dal 1° gennaio 2024, il famigerato gruppo BRICS ha visto aumentare il numero dei propri membri. Si tratta del primo vero grande allargamento del gruppo, fondato come BRIC nel 2009 (Brasile, Russia, India e Cina), ai quali si aggiunse il Sudafrica nel 2010. L'allargamento del gruppo, da alcuni denominato ora come “BRICS+”, vede ora la partecipazione di cinque nuovi Paesi, raddoppiando il numero dei membri: Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Iran ed Emirati Arabi Uniti.

Per quanto l'evento possa essere visto da alcuni come una minaccia alle economie affermate e da altri come un grande passo verso la de-dollarizzazione, va detto che le cose non sono così certe: se da una parte può essere vero che questi paesi insieme costituiscano un nuovo e discreto mercato per le loro economie, dall’altro va anche considerata la difficile situazione interna e nei rapporti tra gli stessi Stati.

Non tra tutti, infatti, scorre buon sangue ed anzi sono veri competitor o avversari: per restare tra i membri fondatori, è noto che le relazioni tra Cina e India non siano esattamente pacifiche; diversi sono infatti i campi di competizione tra i due colossi asiatici, spaziando dall’export commerciale fino vere e proprie contese territoriali. Tra i nuovi membri, spicca poi la rivalità tra Egitto ed Etiopia che risale ai tempi dell’inizio della costruzione del GERD, la grande diga etiope sul Nilo azzurro, da sempre osteggiata dal Cairo. E non va poi ignorato lo scontro tra altri due paesi, che diverse volte invece hanno infiammato il Medio Oriente: Iran ed Arabia Saudita. Conoscendo gli antecedenti storici tra i due, pare davvero difficile vedere come possano collaborare in campo economico e politico. Non esistono nemmeno le condizioni per supporre che la rivalità tra Teheran e Riyad stiano diminuendo, visto l’esplodere della tensione nel Mar Rosso dovuto agli attacchi missilistici contro imbarcazioni commerciali da parte degli Houti, notoriamente sostenuti dall’Iran.

Esplosiva è poi la situazione politica interna all’Iran, all’Etiopia e all’Egitto: Teheran affronta ancora la lunga coda delle proteste giovanili dello scorso anno, Addis Abeba conosce una situazione di instabilità interna dovuta al puzzle etnico che compone il paese (non dimentichiamo lo scontro tra l’esercito ed i ribelli indipendentisti del Tigray), il Cairo deve invece far fronte alla galoppante crisi economica. Chiaramente, non passa in secondo piano la destabilizzazione portata in Russia dalla guerra che essa stessa ha scatenato in Ucraina.

Insomma, non un buon inizio per i BRICS+, che hanno inoltre perso la partecipazione di un altro paese sudamericano, l’Argentina, che ha sospeso la propria richiesta di aderire subito dopo l’elezione del neopresidente Milei.

Attualmente, altri 16 paesi hanno chiesto di aderire al gruppo, ma per ora i dieci Stati-membri avranno ben altri problemi da affrontare.

Gabriele De Fazio

Tensioni crescenti in Medio Oriente

La tensione in Medio Oriente continua a salire. La guerra fra Israele e Hamas, cominciata il 7 ottobre 2023, continua, e sembra che lo Stato ebraico non abbia una chiara via di uscita. L’eliminazione di Hamas può essere raggiunta sul piano militare, ma senza un mutamento radicale nei rapporti con la popolazione palestinese, il terrorismo è destinato a riemergere. Sul campo, l’esercito israeliano sta dilagando, avendo espanso le proprie operazioni militari anche nel sud della Striscia di Gaza. Un duro colpo ad Hamas è stato anche inflitto con la morte di Saleh al-Arouri, alto ufficiale di Hamas colpito da un drone israeliano in un distretto di Beirut controllato dai miliziani filoiraniani di Hezbollah.

Nel contesto della guerra a Gaza si inseriscono anche i ribelli Huthi in Yemen. L’organizzazione, anch’essa sostenuta dall’Iran e che già aveva lanciato dei missili verso Israele, ha iniziato ad attaccare le navi occidentali che solcano il mar Rosso. Dal 18 novembre si sono registrati 25 di questi attacchi, abbastanza da far muovere gli Stati Uniti ed i loro alleati per la creazione di una coalizione per tutelare la tratta commerciale. Le compagnie di assicurazioni hanno già alzato i premi sulle navi che transitano per la regione, comportando un aumento delle spese di spedizione o costringendo le compagnie a circumnavigare l’Africa aumentando i tempi di trasporto. Gli Stati Uniti hanno anche puntato il dito verso l’Iran per la situazione, essendo i ribelli armati dal paese persiano. 

Ma anche lo stesso Iran ha i suoi problemi. Il 3 gennaio, nel quarto anniversario dalla morte del generale Suleimani (leader delle guardie rivoluzionarie iraniane ucciso in Iraq da un drone statunitense), due esplosioni hanno sconvolto le manifestazioni in suo onore. Il bilancio è di 84 morti e oltre 280 feriti, e i sospetti sono subito caduti su Israele, con alcuni giornali iraniani che inneggiavano alla vendetta in ebraico in prima pagina. Lo stesso presidente Raisi ha anche annunciato che Israele avrebbe pagato un caro prezzo. Tuttavia, 24 ore dopo l’attentato, l’ISIS-K ha rivendicato l’attacco. L’organizzazione figlia dello stato islamico che opera fra Asia centrale e meridionale, ha infatti fatto sapere tramite Al-Furqan, la sezione che si occupa delle pubbliche relazioni, che i responsabili sono stati due fratelli che si sono fatti esplodere in due momenti diversi per massimizzare il numero di vittime.

Il Medio Oriente continua quindi ad infiammarsi, e non sembra che sia possibile una pace a breve termine. La situazione ruota inesorabilmente attorno alla guerra fra Israele e Hamas, con l’inevitabile presa di posizione delle potenze della regione. Il blocco del Mar Rosso da parte dei ribelli Huthi e la diversione degli aiuti militari dall’Ucraina verso Israele ci ricordano però che anche una crisi regionale come questa può avere conseguenze globali.

Aurelio Pellicanò

Uno sguardo all’Europa

Estonia e Grecia dicono di sì al matrimonio egualitario

Finalmente il governo di centrodestra, nonostante l’opposizione della chiesa, si è deciso ad approvare il matrimonio egualitario, sancendo così finalmente l’uguaglianza tra le coppie eterosessuali e quelle arcobaleno. Unico dettaglio che il governo in questione non è (ovviamente) quello italiano che è più oltranzista dell’ala conservatrice della chiesa, bensì quello greco. “Il matrimonio tra persone dello stesso sesso avverrà a un certo punto ed è parte della nostra strategia“, ha affermato il premier ellenico Mitsotakis, alla guida del paese dal 2019 e leader dal 2016 del partito liberal conservatore Nuova Democrazia. Forse questa scelta è stata aiutata anche dal trionfo di Stefanos Kasselakis alle primare di SYRIZA, il primo partito d’opposizione al parlamento greco. Kasselakis infatti appena eletto ha fin da subito posto il tema del matrimonio egualitario e questo potrebbe aver spinto Mitsotakis e Nuova Democrazia ad accelerare sulla questione così da non rischiare di perdere parte dei loro consensi.

Ma la Grecia non è l’unico paese in cui, in ambito diritti civili, si muove qualcosa. Se spostiamo il nostro sguardo più a nord, verso le repubbliche baltiche, scopriamo che l’Estonia è il primo paese dell’ex blocco sovietico ad approvare il matrimonio egualitario. Questa notizia colpisce ancora di più se pensiamo che a pochi chilometri da Tallinn, in quello che fu il fulcro dell’URSS, Vladimir Putin sta da anni portando avanti una vera e propria crociata contro la comunità LGBT+. Ad approvare questa misura di civiltà una maggioranza che riunisce i riformatori della premier Kallas, i liberali di Margus Tsahkna e il partito socialdemocratico estone.

Quello che ci insegnano queste due storie è che il tema dei diritti non dovrebbe essere un tema divisivo, bensì qualcosa di capace di unire destra e sinistra, travalicando le divisioni partitiche. Se è vero che in Italia a parlare di diritti sono soltanto i partiti del che occupano il centro e la sinistra dell’arco parlamentare, nel resto d’Europa è pieno di esempi di governi di destra che si sono fatti portavoce dei diritti della comunità LGBT+. Penso soprattutto al premier inglese David Cameron, sotto il cui governo conservatore nel 2014 entrò in vigore il matrimonio egualitario.

In Italia invece siamo ancora fermi a una legge nata vecchia come quella delle unioni civili, arrivata nel 2016 quando già diversi paesi europei a quella data avevano già fatto il passo verso il matrimonio egualitario. E se dopo 8 anni nessun ulteriore passo avanti è stato fatto in campo dei diritti, e anzi si sono visti dei passi indietro (a partire dallo stop alle trascrizioni dei figli nati da gpa passando per la maternità surrogata reato universale), è anche e soprattutto responsabilità di una destra incapace di superare gli steccati ideologici e che continua a vedere nei diritti un pericolo per la tenuta sociale del paese, e non la possibilità di garantire a tutti i cittadini l’uguaglianza che l’articolo 3 della costituzione prevede.

Luca Bellinzona

Le questioni di casa

Onorevole pistolero: ma il possesso d’armi è un concetto liberale o immorale?

I fatti di questo Capodanno che hanno riguardato il ferimento da arma da fuoco ai danni di partecipante ad una festa in compagnia dell’onorevole Pozzolo, provocati proprio da quest’ultimo, vogliono essere il pretesto per rinverdire un tema spesso al centro del dibattito pubblico per la cronaca di altri Paesi, in primis gli Stati Uniti, relativamente alla regolamentazione del possesso d’armi da parte di comuni e privati cittadini. 

Perché il deputato di FDI Emanuele Pozzolo poteva detenere un’arma?

Il porto d’armi per difesa personale è rilasciato a chi ne ha una effettiva necessità per aver ricevuto minacce esplicite oppure a chi svolge particolari funzioni, per esempio portavalori, gioiellieri, eccetera”. Ma non parliamo di una platea vasta: “Oggi questo tipo di licenza è in mano a meno di 12 mila persone e negli ultimi anni la tendenza è stata quella di restringere il più possibile i permessi”. La licenza, insomma, non viene accordata a chiunque, magari per qualche insulto social. Basti pensare che 10 anni fa il porto d’armi per difesa personale era concesso a più di 25 mila persone

Come riportato dalla Stampa, Pozzolo ha il porto d’armi per difesa personale, ottenuto soltanto di recente a causa delle sue posizioni in favore della resistenza in Iran. Ora è indagato per “lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi”, come si legge nel comunicato diffuso dalla Procura di Biella.

Reazioni e isolamenti

«Da questa vicenda surreale e patetica, l’unica vera iniziativa positiva che potrebbe scaturire è quella di rivedere tutte le autorizzazioni per il porto d’armi e ridurle drasticamente”, propone il leader di Azione Carlo Calenda. «Rifiutare il test in nome dell’immunità parlamentare è uno scandalo», dice Francesco Bonifazi (Italia Viva). «Il quadro che ne risulta è di una inaudita gravità – gli fa eco Davide Faraone – tale da rendere inevitabili e immediate delle conseguenze politiche». Il segretario di Più Europa Riccardo Magi riflette sul Capodanno «tragicomico e fantozziano» di Pozzolo e Delmastro e dice: «È in corso una campagna politica della destra italiana per armare il Paese, alimentare l’insicurezza generale per avere più armi da fuoco in circolazione». Parole difficili da digerire per Pozzolo che sta passando forse il periodo più duro della sua vita politica. Anche in FdI a livello piemontese, nessuno ha commentato quanto accaduto. Se dall’opposizione sono continuati ad arrivare attacchi politici, il centrodestra ha mantenuto la linea del silenzio. Nessuno tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha deciso di esporsi. Anche se, tra le fila di FdI, si vocifera che qualcuno ieri abbia tirato un sospiro di sollievo alla notizia della sospensione.

La detenzione di armi da fuoco in Italia

L'Italia è notoriamente rigorosa sulle armi, ma nonostante le norme siano più stringenti rispetto agli Stati Uniti e a molti paesi di lingua anglosassone, l'acquisto e il possesso di armi in casa non risultano eccessivamente complicati. Inoltre, nel 2018, durante il governo Conte I, sono state implementate nuove regole che estendono le opportunità per detenere armi a fini sportivi.

La detenzione domestica è subordinata all’ottenimento di un “nulla osta all’acquisto” valido per un mese che richiede il possesso di certificato medico e idoneità al maneggio delle armi. Cosa diversa è il porto d’arma, destinato agli appassionati, con validità di cinque anni. La differenza principale tra il porto per difesa personale e quelli per uso caccia e sportivo è che questi ultimi consentono solo il trasporto delle armi senza munizioni, mentre il porto per difesa personale permette anche il trasporto dell'arma carica, e non sono richieste tasse per il porto d'arma per uso sportivo, a parte la marca da bollo.

Federico Audero

L’emendamento della discordia

Il 29 Dicembre 2003 è stata approvata in parlamento , con 200 voti favorevoli 112 contrari e 3 astenuti, la legge di bilancio 2024. Nel testo finale sono presenti misure che riguardano il settore immobiliare, dal superbonus agli affitti brevi, passando per mutui ed imu. Nella manovra troviamo anche novità riguardo il fisco e le pensioni. L’ammontare complessivo della legge di bilancio e il decreto legge che da inizio alla riforma fiscale è di 28 miliardi di euro.
Scopriamo ora i principali interventi della legge di bilancio:

  1. Il superbonus nel 2024 scenderà al 70%, nel 2025 al 65% e dal 2026 sarà eliminato completamente. Un decreto specifico dovrebbe prevedere che, per i cantieri già iniziati, sarà riconosciuto il credito d’imposta per tutti i lavori realizzati e terminati per il 31 Dicembre 2023; per i lavori ancora da effettuare, a partire dal 1 Gennaio 2024 si confermano le percentuali previste dalla nuova legge di bilancio. I cantieri che entro il 31 Dicembre 2023 saranno ad uno stato di avanzamento dei lavori al 60% avranno uno specifico contributo, solo per i redditi inferiori a 15.000 euro, riguardo le sostenute dal 1 Gennaio 2024 al 31 Ottobre 2024.

  2. Nella legge di bilancio sono previsti 282 milioni di euro per il fondo di garanzia destinato ai mutui per la prima casa. Le agevolazioni per l’acquisto di una casa da parte di famiglie numerose spettano alla presenza requisiti: famiglie con tre figli sotto i 21 anni e isee massimo a 40.000 euro, famiglie con quattro figli sotto i 21 anni e isee massimo a 45.000 euro, famiglie con 5 o più figli con isee massimo a 50.000 euro.

  3. Nella manovra vi è un aumento riguardo la cedolare secca sugli affitti brevi, ma che dopo una lunga trattativa riguarderà solo chi è proprietario di due o più immobili. Un’altra misura nell’ambito immobiliare riguarda l’imu, che non dovrà essere pagato sugli immobili che svolgono una funzione non commerciale ma assistenziale come ad esempio enti previdenziali, strutture sanitarie, strutture di ricerca, didattiche, ricettive, culturali, luoghi di culto.

  4. Nella manovra è stato confermato il contributo per il primo trimestre dell’anno per le bollette elettriche. Il bonus sarà erogato in quota fissa in base alle zone climatiche.

  5. Nella manovra saranno presenti gli strumenti pensionistici come quota 103, ape sociale e opzione donna seppur con qualche modifica.

  6. Nel settore del lavoro è stata confermata una detassazione dei premi di produttività al 5%.

  7. 10 miliardi saranno destinati al rinnovo del taglio del cuneo fiscale: 7% per i redditi fino a 25.000 euro, 6% per i redditi fino a 35.000 euro. Inoltre gli scaglioni irpef passano da quattro a 3 con l’accorpamento dei primi due. No tax area estesa fino a 8.500 euro.

  8. Conferma della carta “dedicata a te” per la famiglie per dare un sostegno nell’acquisto di beni prima necessità e di carburanti. Sarà presente anche un’esenzione sui contributi previdenziali per un anno per le donne con 2 figli, per tre anni per le donne con tre o più figli( fino alla maggiore età del più piccolo). Inoltre è stato rinforzato il bonus asili nido.

  9. Il canone rai sarà ridotto da 90 a 70 euro, soltanto però per il 2024.

Luca Di Bello

Vuoi aiutare libeRI! nelle sue attività? Diventa socio e contattaci! 

Grazie per la tua attenzione, ci vediamo al prossimo numero!